La sociologia è nata come ramo della filosofia e scienza empirica.
Il termine è stato usato per la prima volta da Auguste Comte nel suo "Corso di filosofia positiva", nel 1839.
Durante il XVII secolo emerse particolarmente il problema della compatibilità tra individui e norme.
I filosofi allora formularono la teoria del contratto sociale: un tacito accordo tra gli esseri umani per fissare le regole di convivenza certe e condivise da tutti.
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donne e uomini sono socievoli per istinto
Secondo i filosofi contratturalisti donne e uomini vivevano in modo disordinato e libero, per il quale si occupavano solamente dei loro bisogni. Perciò ognuno rappresentava un pericolo per l'altro ("homo hominis lupus") e questo disagio (vita individuale e utilitaristica) fu la molla che li spinse ad associarsi.
Successivamente, con l'Illuminismo, ci si rese conto dell'impossibilità della teoria.
In particolare, Montesque, mise in evidenza la diversità delle società. In "Lo spirito delle leggi" costituisce il primo tentativo di fornire un'analisi empirica dei fatti sociali, mette in rilievo come clima, tipo di territorio, attività svolte dai cittadini... influiscano sulla società.
Secondo lui, le norme sociali non sono universali e devono essere viste nella situazione storica e ambientale in cui trovano applicazione.
Nello stesso periodo, Rousseau criticava la società in quanto portratrice di disugualianze e ingiustizie come sorta di degenerazione e corruzione rispetto all'originario stato di natura.
La guerra fra gli uomini è un prodotto della società civile a cui spetta il compito di eliminarla. Il problema è individuare i criteri e norme su cui fondare una convivenza equilibrata e giusta.
La nascita di una scienza della società può essere vista come conseguenza alle trasformazioni del Settecento-Ottocento nel mondo occidentale, per capire cosa stava accadendo.
Con il termie "Rivoluzione scientifica" si indica il periodo storico, compreso tra la pubblicazione di "De Revolutionibus" (1543, Niccolò Copernico) e di "Principia Mathematica" (1687, Isaac Newton).
Gli sviluppi di scienza e tecnica sono l'inizio del processo di industrializzazione.
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crollo e cambiamento costante del vecchio ordine sociale europeo
È il prodotto culturale di un Europa, che nel XIV/XV sec., stava subendo profondi mutamenti economici e sociali. In questo periodo si afferma la borghesia, la quale possiede maggiore dinamismo (al contrario del Medioevo) che genera nuovi bisogni portando a una fertile collaborazione tra scienziati e artigiani.
La scienza occidentale introduce l'idea che la natura sia regolata da proprie leggi e non da Dio.
Galileo Galilei fu uno dei primi a sostenere che i fenomeni naturali possono essere spiegati solo basandosi sull'osservazione della natura e sulla ricerca delle leggi che la governano (realtà oggettiva, leggi universali, non modificabili).
Le leggi regolano i rapporti di causa ed effetto, se non esiste uno non esiste l'altro. Da questi principi è nata la scienza moderna, conoscere come funziona il mondo significa conoscere le leggi. Per questo la scienza della natura è un sapere matematico in forma intersoggettiva (accessibile a tutti).
L'idea di poter sfruttare a proprio vantaggio le forze naturali inizia a diffondere nelle società europee la fiducia nella previsione su base scientifica. La tecnica passa ad essere il carattere essenziale dell'attività lavorativa.
Nell'ultimo ventennio del XVIII sec. il modo di produrre cambiò. Per esempio con la nascita della macchina a vapore nell'industria tessile (1780), essa ottimizza i tempi di lavoro e produce di più. L'esigenza di concentrare più telai in un luogo portò alla nascita dei primi complessi industriali urbani. Il lavoro creativo viene sostituito da prodotti identici: processo di razionalizzazione che consente di ridurre i costi e guadagnare di più.
Il processo di differenzazione nasce anche nel lavoro chiamandosi divisione del lavoro: l'attività necessaria per produrre un bene viene scomposta, e gli operai ne compiono solo una ripetendola. Sono parte dei macchinari e dell'ingranaggio. La tecnica si impone come principio di funzionamento materiale e di vita (ne va a discapito il lavoro individuale, unica grande macchina organizzata razionalmente).
Il progressivo spostamento dalle campagne alle città ha provocato il fenomeno dell'inurbamento. Le condizioni di miseria erano estreme e di lavoro estenuanti. Nasce una nuova classe sociale il proletariato urbano, contro i propretari delle fabbriche.
IL TRAMONTO DELL'ANCIEN RÉGIME
La Dichiarazione di Indipendenza americana (1776, Thomas Jefferson) ha rappresentato la nascita di un nuovo Stato e principi rispetto alla tradizionale idea di società e politica. Pone il passaggio da monarchia a democrazia, tutti sono uguali per nascita e se una dorma di governa diventa inefficace l'elettorato (popolo) ha il diritto di abolirla e sostituirla. L'USA sono il primo Stato moderno a fondare il proprio ordinamento sull'ideale di ugualianza. Tra cui l'estensione del diritto di voto, anche alla non proprietà, l'abolizione del maggiorascato (istituto giuridico, forma di diritto, che sanciva il diritto all'eredita solo per un parente del defunto, abolito in modo da non cambiare dimensione del patrimonio), e Stato laico.
Il periodo della Rivoluzione francese (1789) viene indicato con Ancien régime, come passaggio da un regime politico vecchio o nuovo. La Francia era divisa in monarca, nobili, alto clero e chi non apparteneva all'aristocrazia, il terzo stato.
Libertà e ugualianza fu il motto motivante, i rappresentanti della borghesia posero le basi dei principi dello Stato moderno, formato da cittadini e non sudditi.
Nella Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino (1789) si afferma che tutti gli esseri umani sono uguali e i privilegi sono assegnati per merito.
Tra l'800 e il '900 molti altri Paesi presere d'esempio la Dichiarazione per le loro costituzoni. Sebbene gli ideali di libertà fraternità e ugualianza, già dal 1793, sono stati disattesi, con la ghiliottina per gli oppositori, le basi di una democrazia erano state gettate.
L'APPROCCIO OTTIMISTA: IL POSITIVISMO
Nel XIX sec. la sociologia cercò di comprendere l'evoluzione della società nel suo complesso.
Alcuni studiosi credevano che l'industrializzazione comportasse un forte impulso di progresso nel dominare la natura. Ciò avvene durante il positivismo, cioè una corrente di pensiero secondo la quale il progresso tecnologico costituisse un guadagno sicuro per l'umanità.
Uno degli esponenti principali fu Auguste Comte che individuò la legge dei tre stadi, attraverso il quale cerca di spiegare l'evoluzione dalla specie animale a umana a culturale.
Secondo lui, il progresso dell'umanità non è casuale ma è scritto nel destino della specie umana. Basa questa convinzione sull'osservazione che l'essere umano, nel rapporto con cosa lo circonda, passa sempre da uno stadio iniziale (teologico, fenomeni come prodotto di un'entità soprannaturali), a uno stadio intermedio/transitorio (metafisico), fino allo stadio finale (scientifico/positivo, fenomeni come prodotto di leggi, il traguardo della maturità).
Questo è il percorso da bambino ad adulto ma anche della società da primitiva a civilizzata.
Egli non parla più di concetti astratti (contratto di natura) ma di una legge che ritiene aver individuato attraverso l'osservazione empirica. Crede che la società industriale sia destino a cui tendono tutte le società umane.
Herber Spencer fece propri i principi del positivismo e anche dell'evoluzionismo e concependo la società come una realtà analoga agli organismi animali. È un insieme ordinato di parti che contribuiscono all'evoluzione del tutto. Essa si evolve e il passaggio da tradizionale (militare) a industriale rappresenta lo stadio più alto perché più complessa (come nell'evoluzione degli animali). Teoria in seguito abbandonata.
La teoria di Spenser è il primo esempio d'interpretazione della società come un tutto organico indipendente dai suoi membri.
L'APPROCCIO CRITICO DI KARL MARX
Karl Marx rifletté sugli sconvolgimenti umani prodotti dalla società. Egli non vede progresso ma conflitto e periodiche rivoluzioni. Coglie alcune contraddizioni da fargli considerare una rivoluzione di classe del proletariato contro la borghesia industriale.
Ha focalizzato come i nuovi processi produttivi abbiamo modificato la relazione che gli operai instaurano con se stessi e il mondo circostante.
L'industria moderna si basa su macchinari così costosi, in mano di pochi, nei quali spendono il loro capitale, che nessun singolo operaio autonomamente può possedere, come un artigiano. Essi sono chiamati capitalisti. Il lavoratore è ridotto alla condizione di appendice del macchinario e perde il legame col prodotto del suo lavoro e diviene uno dei tanti ingranaggi del processo produttivo (es. auto).
I principali risvolti sociali sono la creazione di individui alienati.
Alienare significa cedere agli altri, l'operaio vende ad altri la propria attivita/forza-lavoro che egli rappresenta, quindi se stesso. Si estranea dal prodotto e non gli appartiene (nell'800 non potevano permetterselo).
L'alienazione è sentirsi del tutto estranei alla propria attività (prodotto e rapporti sociali).
La nuova classe sociale nata viene chiamata proletariato (priva di qualsiasi proprietà). Possiede soltanto la propria prole (forza-lavoro da vendere ai capitalisti). La classe dei proprietari dei mezzi è detta, invece, borghesia.
Secondo lui, i rapporti economici che accompagnano l'indrustrializzazione sono la causa dei fenomeni sociali caratteristici (povertà, alienazione...).
La struttura della società, quindi, è formata dai rapporti economici che determinano l'ordine e i mutamenti (viene trasformata non dai membri ma dai modi di produzione).
La sovrastruttura sono i restanti fenomeni sociali (istituzioni, ideologie...), l'insieme di menifestazioni che riflettono quanto avviene nella struttura economica. Al mutare di una cambia anche la seconda.
trasformazioni del
Settecento-Ottocento nel mondo occidentale→ per capire cosa stava
accadendo→ nascita di una scienza della
società
Rivoluzione scientifica: periodo storico, compreso tra la
pubblicazione di "De Revolutionibus" (1543, Niccolò Copernico) e di
"Principia Mathematica" (1687, Isaac Newton).
Processo di industrializzazione: sviluppi di scienza e tecnica.
RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
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prodotto culturale dei profondi mutamenti economici e
sociali europei
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si afferma la borghesia
Scienza moderna: Le
leggi regolano i rapporti di causa ed effetto, se non esiste uno non
esiste l'altro, conoscere
come funziona il mondo significa conoscere le leggi.
La macchina a vapore nell'industria tessile (1780) ottimizò i tempi di lavoro e producendo di più.
L'esigenza di concentrare
più telai in un luogo portò alla nascita dei primi complessi industriali
urbani.
Processo di razionalizzazione: consente di ridurre i costi e
guadagnare di più, il lavoro creativo viene sostituito da prodotti identici.
Processo di differenzazione: l'attività necessaria per produrre un bene viene
scomposta, e gli operai ne compiono solo una ripetendola.
Il
progressivo spostamento dalle campagne alle città ha provocato il
fenomeno dell'inurbamento.
Nasce una nuova classe sociale il proletariato
urbano, contro i propretari delle fabbriche.
Dichiarazione di Indipendenza
americana (1776, Thomas Jefferson)
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da monarchia a democrazia
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primo
Stato moderno a fondare il proprio ordinamento sull'ideale di
ugualianza
Rivoluzione francese → Ancien
régime: passaggio da un regime politico vecchio o nuovo.
Gli ideali di libertà, fraternità e ugualianza furono disattesi,
le basi di una democrazia erano state gettate.
POSITIVISMO
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corrente di pensiero secondo la quale il progresso
tecnologico costituisce un guadagno sicuro per l'umanità
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l'industrializzazione come forte
impulso di progresso nel dominare la natura
LEGGE DEI TRE STADI
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progresso dell'umanità è scritto nel destino della specie umana
progresso dell'umanità è scritto nel destino della specie umana
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l'essere umano, nel rapporto con cosa lo circonda, passa da
uno
stadio iniziale
uno stadio intermedio/transitorio
fino
allo stadio finale
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legge individuata attraverso l'osservazione empirica
Herber
Spencer fece propri i principi del positivismo e anche
dell'evoluzionismo, la società come una realtà analoga agli
organismi animali.
Essa si evolve e il passaggio da tradizionale a industriale rappresenta lo stadio più alto perché più
complessa..
Primo esempio d'interpretazione della società come un tutto organico indipendente dai suoi membri.
Karl
Marx vide progresso nella società industriale ma conflitto e periodiche rivoluzioni.
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macchinari in mano di pochi
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nessun singolo operaio autonomamente può
possederli
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ALIENAZIONE
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l'operaio vende ad altri la propria forza-lavoro, che egli rappresenta
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sentirsi del tutto estranei alla propria attività
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PROLETARIATO (possiede soltanto la propria prole)
struttura della società→ rapporti economici che
determinano l'ordine e i mutamenti
sovrastruttura→ restanti fenomeni sociali
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al mutare di una cambia anche la secondA